4.3.07

ANALISI DI BILANCIO

Scopi e tipologie di analisi di bilancio

L’analisi di bilancio è una fondamentale tecnica utilizzata per conoscere e comprendere la situazione economico-finanziaria della gestione di un’attività.
Gli scopi di questa tecnica ci consentono di ottenere sintomi e indizi relativi all’attività d’impresa mediante l’esame critico del sistema di valori.
Le analisi di bilancio non sono solo importanti per la gestione interna (analisi interna) ma anche per conoscere la gestione delle aziende esterne (analisi esterna).

Una semplice lettura del bilancio non basta per poter trarre i dati per l’interpretazione dell’andamento dell’azienda e valutare le sue ipotetiche prospettive di gestione. Quindi vengono prese in considerazione le tre fondamentali situazioni d’impresa:

Situazione economica, attitudine della gestione a conseguire risultati positivi sufficienti a remunerare adeguatamente tutti i fattori produttivi che essa impiega;
Situazione finanziaria, attitudine della gestione a mantenere nel tempo l’equilibrio tra entrate e uscite, tanto nel breve quanto nel medio-lungo periodo;
Situazione patrimoniale, attitudine dell’impresa a mantenere nel tempo una struttura patrimoniale che le consenta di continuare ad operare in condizioni di equilibrio.

Le analisi di bilancio si basano sul confronto tra i valori patrimoniali e quelli economici e l’interpretazione del bilancio secondo questo confronto va eseguita interpretando i dati che si estraggono dal bilancio mediante le analisi che si basano su due metodologie fondamentali:
l’analisi per indici, si attua mediante la costruzione di una serie più o meno ampia di relazioni numeriche tra valori di bilancio.
l’analisi per flussi, consiste nell’analisi delle entrate e uscite di cassa di un’azienda. Lo strumento è necessario per comprendere la sostenibilità di un business aziendale e si tratta quindi di un’analisi di tipo dinamico.

Le analisi di bilancio per indici vengono classificate come:

- Analisi puntuali: sono le meno significative e operano attraverso raffronti e rapporti tra valori o gruppi di valori di un solo bilancio.
- Analisi temporali e sequenziali: esaminano l’andamento degli indici relativi ad una serie di bilanci di una medesima impresa.
- Analisi interaziendali o di settore: vengono confrontati gli indici dell’impresa considerata con quelli di altre imprese operanti nel medesimo settore.
- Analisi temporali e interaziendali: sono la combinazione dei due tipi di analisi precedentemente accennati, che non si limitano a confrontare i dati di un solo esercizio ma di più esercizi.

Metodologia dell’analisi di bilancio per indici

Revisione del bilancio
La prima fase, detta analisi e interpretazione revisionale, accerta la corrispondenza tra le voci del bilancio e i dati che emergono dalla contabilità.
E’ un’analisi quasi sempre interna, effettuata dagli organi revisionali interni all’impresa, i quali si avvalgono della contabilità aziendale.
L’analisi esterna è effettuata da revisori esterni che si avvalgono delle relazioni della società di revisione.
Riclassificazione del bilancio
Con questo metodo vengono rielaborati sia i valori del Conto Economico che quelli dello Stato Patrimoniale in modo da ottenere una struttura che sia funzionale per l’analisi.

Scelta e calcolo degli indici
In questa fase i dati vengono selezionati tra le quantità dei quozienti calcolati. L’eccessiva quantità di dati può rendere più complicata la formulazione delle conclusioni.

Coordinamento degli indici e relazione interpretativa
E’ importantissimo far derivare le conclusioni delle analisi da una lettura degli indici composti a sistema, cioè identificati da vincoli logico-matematici e non dall’esame di uno o pochi dati isolati.

Modalità di riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico

Il processo di riclassificazione delle voci dello Stato Patrimoniale avviene secondo il criterio finanziario:
- le attività sono raggruppate secondo il grado di liquidità, vale a dire la propensione degli investimenti aziendali ( impieghi) a trasformarsi in forma liquida nel breve periodo, generalmente della durata dell’esercizio;
- le passività (fonti) sono ordinare secondo il tempo di esigibilità, ossia la loro attitudine a dar luogo a esborsi finanziari nell’esercizio o nei periodi successivi.

In questo modo l’attivo corrente sarà costituito da tutti gli elementi attivi del patrimonio che presumibilmente ritorneranno in forma liquida in breve periodo, e comprende le liquidità immediate, le liquidità differite e le disponibilità di magazzino.
L’attivo immobilizzato sarà formato da tutti quegli elementi attivi del patrimonio che sono destinati ad essere impiegati nei cicli produttivi aziendali per un periodo di tempo più lungo e che comprende le immobilizzazioni materiali, le immobilizzazioni immateriali, le immobilizzazioni finanziarie.

Le fonti di capitale si distinguono invece in tre gruppi diversi:

- Passività correnti, che comprendono tutti i finanziamenti esigibili a breve termine;
- Passività consolidate, che comprendono i finanziamenti con esigibilità oltre l’anno corrente d’esercizio;
- Capitale proprio, fonte di finanziamento destinata a far parte della struttura dell’azienda e quindi del suo patrimonio in maniera vincolate e a tempo indeterminato.

Nel procedimento per la riclassificazione del Conto Economico si cerca essenzialmente di fargli assumere una struttura ed una forma che facciano comprendere il progressivo formarsi del reddito netto dell’esercizio.
La forma adatta è quella scalare, in grado di dare evidenza ai diversi settori della gestione d’impresa e di poter analizzare il contributo che ciascuna di esse ha dato alla redditività complessiva.
Normalmente vengono evidenziate cinque aree di cui i risultati rappresentano i componenti del reddito di bilancio, e tali aree sono appunto la Gestione caratteristica o tipica, la Gestione finanziaria, la Gestione patrimoniale o atipica, la Gestione straordinaria e la Gestione fiscale.

Il Conto economico riclassificato a valore aggiunto è quello più frequentemente adottato dalle aziende italiane.
I componenti del reddito vengono classificati per natura e portano a risultati economici intermedi di grande rilievo informativo.
Questa configurazione a valore aggiunto,oltre a evidenziare il reddito operativo,rileva due importanti indicatori di risultato:
- il valore della produzione ottenuta
- il valore aggiunto caratteristico

La riclassificazione è così composta:
valore della produzione, consente di valutare il peso delle singole classi di valore che lo determinano;
valore aggiunto caratteristico, si ottiene mediante la differenza tra il valore della produzione e il costo dei beni e servizi acquistati presso terzi e consumati nella produzione (fattori esterni);
margine operativo lordo, ottenuto sottraendo dal valore aggiunto caratteristico i costi di lavoro, esprime il margine di contribuzione, che copre i costi fissi;
reddito operativo, ottenuto sottraendo dal margine operativo lordo gli ammortamenti e gli accantonamenti, è un indicatore economico di notevole interesse poiché segnala la capacità dell’azienda di svolgere i propri processi produttivi tipici, ottenendo un reddito idoneo a remunerare il capitale finanziario al netto delle imposte;
reddito della gestione corrente, ottenuto considerando gli interessi e gli oneri finanziari atipici;
reddito prima delle imposte, che si ottiene sommando il saldo dell’area di gestione straordinaria al reddito della gestione corrente;
ed infine il reddito netto d’esercizio, ottenuto sottraendo le imposte sul reddito, ed è l’espressione della redditività del capitale proprio.

Principali indici

Gli indici sono divisi per la loro natura economica, finanziaria o patrimoniale.

Le analisi della situazione economica fanno riferimento al Conto economico a valori percentuali, agli indici di redditività e agli indici di produttività. Tale analisi è necessaria per comprendere la capacità o l’attitudine di un’azienda a remunerare in misura congrua il capitale proprio impiegato nei processi produttivi, ossia il capitale ad essa vincolato a titolo di pieno rischio.
Fanno parte di questo tipo di analisi il ROE, il ROI, il ROS, il ROD e l’indice di incidenza della gestione non caratteristica.

Le analisi della situazione patrimoniale e finanziaria si avvalgono degli indici di composizione degli impieghi, per lo studio del grado di elasticità del capitale investito, e di composizione delle fonti, finalizzati a indagare la posizione d’indebitamento e il grado di rigidità dei finanziamenti, e gli indici di correlazione tra impieghi durevoli e fonti permanenti, diretti a esaminare il grado di solvibilità e solidità dell’azienda.
Quest’analisi ha lo scopo di segnalare se l’azienda ha conseguito una posizione di equilibrio strutturale.
Fanno parte di questa analisi l’indice di rigidità degli impieghi, l’indice dell’elasticità degli impieghi, il margine di struttura essenziale, il quoziente di autocopertura delle immobilizzazioni, il margine di tesoreria, l’indice di indebitamento (leverage).

Penna, Schievano, Fracchiolla, Marzullo, De Pedrillo, Bernardini, Ballarin, Tracitto

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